Villa Bellati (via Roma 291) – XIX sec.

Il fronte principale della villa, che si apre a nord, su via Roma, presenta un apparato decorativo e finiture che rispecchiano i caratteri dell’epoca di costruzione.

La porta di ingresso al piano terra e le aperture al piano primo presentano architrave sporgente sorretto da mensoline a voluta. Si distingue la monofora al piano nobile, sormontata da timpano triangolare con corto balcone e parapetto in ferro.

La parte centrale, sopraelevata, è chiusa in sommità da un timpano triangolare con al centro una nicchia a conchiglia che ospita un busto scolpito, e raccordata al piano nobile tramite due volute con piccoli vasi acroteriali sommitali.

Il fronte posteriore ripropone l’articolazione di quello anteriore, ma con un apparato decorativo più semplice.

I numerosi annessi, costruiti in epoche diverse e successive alla dimora padronale, si dispongono a C affiancando il palazzo su entrambi i lati; organizzati a corte, testimoniano la funzione prettamente agricola del complesso. Uno degli annessi ha ospitato l’attività di distilleria con produzione di acquavite e preziosi liquori tra i quali Goccia Aurea, Anice, Sambuca, Aurac Arzente, Elisir china, Maraschino.

L’edificio sulla destra della dimora padronale, a occidente, presenta un articolato stile eclettico, antico orologio e affresco sulla facciata.

A meridione, ai limiti del parco, accanto alla voliera, si trova l’Oratorio dedicato a S. Giuseppe, di stile neogotico tardo ottocentesco, il cui progetto ed esecuzione sono a cura di G. B. Bellati. Una targa all’interno attribuisce il paliotto dell’altare a Giusto Lecurt, importante scultore del seicento veneziano, indicando come provenienza la dimora nella Scuola della Passione ai Frari in Venezia.

Il parco, che conserva ancora intatte le caratteristiche della composizione paesaggistica di impronta jappelliana, progettato come una sorta di bosco ideale, viene percorso in un susseguirsi di scenari pittorici fantastici, immersi in un’atmosfera avventurosa. I sentieri sinuosi si dipanano su e giù per le collinette, passano per finte rovine gotiche, attraversano la grotta e la ghiacciaia e infine costeggiano il laghetto e l’arundinario; sulle sue rive curvilinee si specchiano alti cipressi calvi (Taxodium distichum) tra il traboccante rigoglio della vegetazione e i suggestivi pneumatofori.

La parte retrostante la corte è invece coltivata a brolo, nel rispetto della tradizione più antica del giardino di villa veneta, in origine fulcro dell’azienda agricola.

Nel parco si trova un sarcofago che sembra provenire dal Monastero di Sant’Ilario e Benedetto, di Dogaletto di Mira (IX sec.), una delle istituzioni più importanti promosse dal nascente Stato veneziano. Altri tre sarcofaghi ilariani si trovano nel cortile del Museo Archeologico di Venezia.

Appunti di viaggio di F. S. Fapanni (1810/1894)
letterato, erudito, bibliofilo

Casino Bellati, eretto nel 1851 da Giuseppe Bellato o Bellati q.Giambattista, fu rivendugido ai Frari in Campo.

Il sig. Giambattista, figlio del fu Giuseppe, ora anno 1880 ha ridotto il terzo piano del suo casino, cioè due stanze, a gabinetto meteorologico, con superiore terrazza di specula. Fa le osservazioni metereologiche come in Seminario della Salute a Venezia. Ha un interno telegrafo da una stanza all’altra, telefono ec. ec. Varie macchine furono da lui costruire, con ingegno e perizia. Il figlio sig. … del suddetto segue gli studi stessi del Padre. E’ in corrispondenza col pr. Tono del semin. Sud.o

Per informazioni storiche e artistiche su questa villa consulta l’ “Album fotografico di Spinea“.

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Nella primavera 2021 sono stare realizzate delle visite guidate del parco a cura dell’Arch. Paesaggista Gabriella Bondi, mettiamo, qui di seguito, le fotografie di quella giornata


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