DONNE IN CORDATA

Spesso quando si parla di montagna, si immagina un mondo popolato da soli uomini. Invece sono molte le donne che hanno scritto la storia dell’alpinismo italiano e internazionale. Vi proponiamo qualche suggerimento di lettura per scoprire tutta la ricchezza di queste esperienze.

Tamara Lunger, altoatesina è tornata indietro ad appena 70 metri dalla cima, in occasione della storica prima salita invernale del Nanga Parbat nel febbraio 2016, per non compromettere la possibilità di discesa e ostacolare i compagni.

Nives Meroi insieme al marito Romano Benet ha completato la “collezione” dei quattordici ottomila (prima coppia della storia). Diversi i suoi libri in cui esprime il suo modo di sentire la montagna.

Quando arrivo in cima a una montagna, il mio non è mai uno sguardo di conquista, è uno sguardo che abbraccia. Non la vivo come una sfida alla natura, ma come una ricerca di un’armonia di me all’interno dell’ambiente. È una forma di appartenenza. … Lassù io sono Nives la pietra, Nives la neve… Sono un’alpinista, però con l’apostrofo e quell’apostrofo è la mia bandierina di donna che faccio sventolare lassù…  Per i maschi una cima è un desiderio esaudito, per me è il punto di congiunzione con tutto il femminile di natura. (Nives Meroi )

Non dimentichiamo le pioniere dell’800, per lo più britanniche con qualche eccezione continentale e americana, nei cui curriculum ci sono prime ascensioni, traversate esplorative, salite invernali.

Henriette d’Angeville scalò il Monte Bianco il 3 settembre del 1838. Compì l’impresa in gonna e aiutata da un bastone. Alessandra Boarelli raggiunse la vetta del Monviso il 16 agosto del 1864, in compagnia della damigella 14enne Cecilia Fillia.

Lucy Walker, prima donna a raggiungere la vetta del Cervino lungo la cresta Hörnli nel 1871. Impresa che fu solo la più nota delle altre 98 scalate che Lucy compì nell’arco della sua vita. Sorella del celebre Horace, a cui si deve la prima conquista della Grandes Jorasses nel 1868, Lucy fu il primo vero esempio di donna alpinista.

La montagna è sempre stata la sua maestra e il suo rifugio.
Si chiama Antonia Pozzi (Milano, 13 febbraio 1912 – Milano, 3 dicembre 1938) la sua storia rivive attraverso foto, diari, lettere e poesie, grazie al racconto di Paolo Cognetti che, mescolando le proprie parole alle sue, ce la restituisce in un ritratto nitido e delicato: un omaggio a un’artista che, senza saperlo e senza volerlo, ha scritto un capitolo della storia del secolo scorso.

Gerlinde Kaltenbrunner, che raggiungendo nell’agosto del 2011 la vetta del K2 senza ossigeno è divenuta la prima donna al mondo ad aver scalato tutti gli ottomila senza l’utilizzo di ossigeno supplementare.

Wanda Rutkiewicz fu la prima donna al mondo a raggiungere la cima del K2 senza ossigeno supplementare nel 1986.

Per poi finire con la caparbietà di Elisabeth Revol, prima donna a compiere una prima invernale su un ottomila. Un mondo tutto da conoscere!

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