IL NOSTRO AGENTE ALL’AVANA – LE CITTÀ NEI ROMANZI – 5.

La città dell’Avana ieri e oggi

“Il 17 dicembre 2014, dopo cinquant’anni di guerra fredda e diciotto mesi di colloqui segreti, gli Stati Uniti e Cuba hanno annunciato la normalizzazione dei loro rapporti diplomatici. Il riavvicinamento è arrivato così tardi che le ultime generazioni, senza ricordi di invasioni o minacce di attacchi nucleari, sanno a malapena perché questa inimicizia sia così radicata nella politica di entrambi i paesi.” (Internazionale, articolo di J. L. Anderson su Cuba, 9 ottobre 2015)

avanaA differenza di quanto ci racconta il giornalista Anderson sull’Avana di oggi, “Il nostro agente all’Avana” di  Graham Greene (pubblicato il 6 ottobre del 1958) ci restituisce, con ironia, proprio il clima di tensione del periodo, le trame dei servizi segreti e la paura della minaccia nucleare. Questo romanzo (anche per la sua versione cinematografica) ha lasciato un segno, tanto che l’espressione “il nostro agente all’Avana” è entrata nell’immaginario collettivo per indicare ciò che a che fare con il mondo dello spionaggio (anche fuori contesto).

Un rappresentante di aspirapolvere nei servizi segreti di sua Maestà!

La vicenda di Jim Wormold rappresentante di aspirapolvere che, travolto dalle circostanze, entra a far parte del Servizio Segreto britannico è estremamente spassosa, ma nel contempo seria. Wormold è un osservatore attento del mondo capace di costruire la sua ragnatela fatta di spie, intrighi, agenti, missioni e minacce, tutto rigorosamente inventato, ma verosimile.
Captain SeguraGraham Green divideva i suoi scritti in “romanzi” e “divertimenti”,  e questo rientra sicuramente tra i “divertimenti”, ma l’ironia del romanzo conduce il lettore su alcuni temi “scottanti”:

  • il Capitano Segura, l’”Avvoltoio Rosso”, che divide gli uomini in “torturabili” e “non torturabili”, non può non far riflettere sul lato oscuro dell’animo umano e sulla violazione dei diritti dei poveri.
  • La grottesca fallibilità delle reti spionistiche, ironico resoconto di un periodo storico e metafora di relazioni corrotte.
  • Il valore  della persona umana (quando Wormold sta per uccidere Carter, dice “devo farlo… ad ogni secondo che passava, quell’uomo diventava umano, un suo simile, che si poteva compatire o consolare, ma non uccidere”) e insieme il valore della sincerità nelle relazioni umane che emerge proprio da una trama in cui sembra vincere piuttosto l’intrigo e la menzogna.

La città emerge non solo nella rete delle relazioni, ma anche dalle descrizioni dei colori e dei luoghi: alla grigia e piovosa Londra del Quartier Generale si contrappone il clima tropicale ed i colori intensi dell’Avana.

Greene e i suoi personaggi

Havana

Si può notare forse un rapporto particolare tra l’autore e i suoi personaggi: Greene scrive una satira feroce di quel mondo di spie e servizi segreti di cui anche lui faceva parte. La sua ironia colpisce il lettore perché si percepisce in modo netto che nasce da una profonda conoscenza di quel mondo fatto di intrighi e “vere” falsità. I personaggi (verosimili e al contempo estremi), che l’autore porta dal suo mondo nel romanzo, sembrano però assumere vita propria nel corso della narrazione tanto da prendere il controllo della storia.

Uno scotch…

Per concludere non possiamo dimenticare di citare le memorabili pagine dedicate alla “bottiglia”:
Il tempo per uno scotch si trova sempre“, e la partita a dama!

Curiosità e approfondimenti:

Lettura condivisa della Biblioteca di Limena

Il nostro agente all’Avana il film 

Articolo di Andrea Monda Paolo BertinettiGreene, attuale e incompreso

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