La sottile linea rossa

LA SOTTILE LINEA ROSSA  1962
romanzo scritto da James Ramon Jones (1921-1977)

La mia parte personale in tutto questo fu relativamente indistinta. Combattei col grado di caporale di fanteria in una compagnia di fucilieri della 25° Divisione, “Tropic Lightning“, per un certo tempo come vice-caposquadra, in seguito aggregato al quartier generale della compagnia. Andai dove mi fu ordinato di andare e feci quello che mi fu ordinato di fare, ma niente più.

James Jones, La Guerra del Soldato Joe – 1975 – A. Mondadori

soldatoAlla fine della II guerra mondiale, quando tutti i reduci e i prigionieri di guerra tornarono in patria, (a casa i più fortunati, in ospedale i feriti e gli squilibrati mentali) ci vollero anni per reinserirli nella vita civile. Al sole tiepido della pace, le piaghe lentamente guarirono, ma i ricordi non furono leniti dall’oblio. Durante le notti agitate, dall’abisso dell’inconscio salivano a galla in forma di sogni: angosciose attese, bombardamenti devastanti, campi ricoperti di cadaveri e il volto devastato dei compagni caduti in battaglia. Essi non parlavano volentieri del loro traumatico passato. Ci pensarono i media: i giornali copertina de librointervistavano i reduci e la radio rievocava importanti conflitti, la letteratura e il cinema raccontava il tremendo viaggio attraverso la guerra, ai parenti e amici che avevano trepidato in patria. Negli Stati Uniti diventarono bestseller romanzi di guerra come Il Nudo e il Morto (1948) di Norman Mailer, una storia corale di fanteria alla conquista di un’isola del Pacifico e Guardia d’onore di James Gould Cozzens sulle gesta dell’aeronautica militare.
Nello stesso anno fu pubblicato I giovani leoni di Irwin Shaw, che segue tre giovani in guerra attraverso vari continenti e fronti nemici. Per quanto riguarda la marina ci fu L’Ammutinamento del Caine (1951) di Herman Wouk: ricostruzione giudiziaria di un dramma in alto mare. Furono tutti puntualmente adattati in film di successo.

La sottile linea rossa di James Jones uscito più tardi è un libro più complesso e controverso: è la parte centrale di una trilogia sulla guerra.

Tutti e tre i romanzi si basano su esperienze vissute dall’autore  sul fronte dell’Oceano Pacifico. Nella prima parte –  Da qui all’eternità (1951) –  si raccontano i rapporti intricati e passionali tra militari e civili, truppa ed ufficiali in una base americana nelle Hawaii, “nodo gordiano” che sarà reciso dall’improvviso attacco aereo giapponese alla base navale di Pearl Harbour (7-12-1941).
Il secondo romanzo, La sottile linea rossa, dalla massiccia dimensione di cinquecento pagine, racconta la conquista dell’isola Guadalcanal nell’arcipelago delle Salomone, compiuta dalla  compagnia C-come-Charlie, fucilieri della fanteria americana. La battaglia campale, fu la prima delle più lunghe e sanguinose dalla guerra aerea, navale e terrestre nell’area dell’Oceano Pacifico, dal 7 agosto 1942 al 9 febbraio 1943, durante la quale l’autore fu ferito in combattimento il 6 luglio del 1944.
Jones addotta numerosi punti di vista per narrare i disastri della guerra, soldati e ufficiali lottano contro sè stessi per superare il disgusto, la paura che la morte al lavoro provoca ai combattenti. Sono imprevedibili le conseguenze del Caso e del Caos che travolge ogni immaginazione. Jones descrive realisticamente gli scontri armati, le strategie di sopraffazione tra i camerati e le infamie commesse sui vinti inermi. Non vede né orizzonti di gloria né fulgidi eroi. soldato
“Qui non c’era nessuna parvenza di significato. E le emozioni erano tante e così confuse da riuscire indecifrabili, non si potevano sbrogliare. Nulla era stato deciso, nessuno aveva imparato niente. Ma, cosa più importante di tutte, nulla era finito. Anche se avessero catturato l’intera catena montuosa, nulla sarebbe finito. Perchè l’indomani, o il giorno seguente, o ancora il giorno dopo, sarebbero stati chiamati a rifare la stessa cosa. Il concetto era così schiacciante, così inoppugnabile, da lasciarlo scosso. Isola per isola, collina per collina, spiaggia per spiaggia, anno per anno.”
jamesjonesMa le voci sono tante, quasi un centinaio, ed ognuno ha la sua versione della vita e della morte, sempre meno chiara nella misura in cui si avvicina alla sottile linea rossa che divide i vivi dai morti. “I vecchi soldati non muoiono. Scrivono Libri”. James Jones fu criticato per il linguaggio da caserma e le crude rappresentazioni di perversioni e crudeltà, ma il libro pubblicato a puntate su “Play Boy” e in seguito in un voluminoso volume , fu un successo.
Whistle ultima dolente parte della trilogia sulla guerra, fu completata dall’amico Willie Morris per la prematura morte dell’autore veterano della seconda guerra mondiale che volle essere testimone della guerra in Vietnam. I suoi reportages sono raccolti in “Viet Journal”.

LA SOTTILE LINEA ROSSA
Sceneggiatura e regia di Terrence Malick

Un eroe non può essere eroe se non in un mondo eroico… Il più grande ostacolo ad essere eroici è il dubbio che uno non stia per dimostrarsi un cretino; il più vero eroismo è resistere al dubbio; la più profonda saggezza, sapere quando gli si deve resistere, e quando gli si deve obbedire.
Nathaniel Hawthorne

Non si può narrare la guerra sinceramente, senza rivelarne gli aspetti più ripugnanti e controversi. J.Jones con la sua trilogia ne ha smascherato il volto, togliendo retorica e mito con crudo realismo.il regista Terrence Malik
T. Malick ha voluto trascendere “La sottile linea rossa”, puntando la macchina da presa verso l’alto in un anelito religioso, che fa appello al Dio sconosciuto e al mistero della Natura, che comprende tutte le creature viventi e che assiste impassibile all’autodistruzione della specie umana.
locandina del filmIl prologo e l’epilogo viene artefatto da T. Malick, i numerosi personaggi vengono decimati da sceneggiatura e montaggio, in alcuni casi cambiano di nome e origini etniche. Tra le varie storie che si intrecciano come liane, si distingue il soldato Witt, ribelle all’autorità, ma generoso fino alla morte nei confronti dei compagni. In antitesi c’è il sergente Welsh, cinico e individualista. Fanno da contrappunto alle scene belliche, dolci melopee tribali.
Il film sceglie un tono epico e mistico: inizia con il primo esemplare di un bestiario, che compare a tratti durante il film, a simboleggiare il senso delle varie sequenze: si tratta di un coccodrillo marino che s’immerge nell’acqua coperta dalle alghe, un chiaro segnale di pericolo. Con dissolvenza incrociata ci introduce dentro la giungla, dove il sole penetra con difficoltà attraverso l’intrico della vegetazione. coccodrillo

Una voce sovrastante introduce il tema del film: ”Cos’è questa guerra stipata nel cuore nel cuore della Natura? Perchè la Natura lotta contro sé stessa? Perchè la terra combatte contro il mare? C’è una forza vendicativa
nella Natura? Forse più d’una?”
Domande destinate a non ottenere risposte, perchè come scrisse Blaise Cendras,  volontario nella Legione Straniera durante la I guerra mondiale “Dio è assente dai campi di battaglia”. In contrasto col prologo minaccioso ecco un idillio balneare con due disertori americani che si divertono nuotando, pagaiando e giocando con bambini melanesiani.immagine tratta dal film In sottofondo il coro “Requiem in Paradiso” di Gabriel Faurè. Il fuciliere volontario Witt  (Jim Caviezel) seduto sulla spiaggia pensa alla madre morta e all’immortalità. L’arrivo di una nave militare pone fine all’illecita licenza. Dall’individuo al gruppo armato, a bordo di mezzi da sbarco, la compagnia di fanteria C, si prepara all’invasione dell’isola Guadalcanal; c’è chi ha rubato una pistola per difendersi meglio, chi prega, chi pensa all’amata moglie lontana, chi fa lo sbruffone.
Lo sbarco avviene senza sparare un colpo, c’è solo un indigeno armato di machete con in testa un vecchio elmetto MK 1, altri indigeni fanno da guida agli americani che s’inoltrano nella giungla. Durante una sosta al crepuscolo, tra l’alta erba kunai, in vista delle colline occupate dai giapponesi, Witt rientrato nei ranghi come barelliere, ascolta sorridendo un’amara lezione impartita dal primo sergente Welsh (Sean Penn): “Mi dispiace per te, ragazzo… Questo esercito ti ammazzerà. Se tu fossi intelligente baderesti a te stesso, non c’è niente che tu possa fare per gli altri.” Non convinto Witt contempla la luna ascendente. soldati
Durante la battaglia per espugnare le alture, Witt si prodiga per aiutare i feriti, pensando: “Forse gli uomini appartengono a un’unica grande anima, tutti ne fanno parte, tutti volti dello stesso Essere, un unico grande Essere”, echi della filosofia trascendentalista di Ralph Waldo Emerson, che però non aiutano a fermare la tempesta di piombo che miete la truppa americana che arranca assetata in salita. Tra l’erba guizza un serpente. Witt lascia la barella per il fucile, e si offre volontario per una strategica missione d’annientamento dei bunker nemici.
L’attacco sbaraglia le difese giapponesi e gli americani irrompono nelle retrovie, facendo scempio dei malconci sopravvissuti, saccheggiando spade da samurai, effetti personali e denti d’oro. Il coccodrillo riappare legato come un salame, deposto sul pianale di un camion americano. Mentre i cani banchettano con i soldati caduti, Witt si offre per l’ultima volta volontario: “Voglio andare, signore. Se dovesse accadere qualcosa di grave, voglio esserci”. Sacrifica la sua vita per la salvezza dei compagni, negli ultimi istanti di vita vede il sole tra il fogliame e le immagini del prologo in cui nuota tra i bambini indigeni.

Nell’epilogo si vedono i reduci imbarcati in rotta verso altre battaglie. Le ultime immagini sono catartiche:noce di cocco una piroga condotta da bambini, una coppia di variopinti pappagalli e un germoglio che affiora da una noce di cocco abbandonata sulla spiaggia.

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