RACCONTARE LE MIGRAZIONI

“Nessun emigrato conosce alla partenza la portata del suo passo, il suo sarà un cammino solitario, incontrerà difficoltà che nessuno gli ha predetto, dolori e tristezze che pochi condivideranno. L’emigrazione gli mostrerà sempre la sua vera faccia, il peso immane del destino individuale, il prezzo da pagare in termini di solitudine e di rinunce, nonostante i vantaggi materiali che tanti ci troveranno. E a ogni ritorno in patria scoprirà quanto poco sappiano coloro che restano di ciò che capita a coloro che sono partiti.” tratto da Vivere altrove di Marisa Fenoglio, Sellerio, 1999

Questa settimana dedichiamo la pagina del blog ai libri che raccontano di migrazioni. Si tratta solo di qualche consiglio per invitare ad avventurarsi tra tantissimi titoli e bibliografie possibili.
Raccontare e ascoltare (ovvero leggere) le storie di uomini e donne per non restare “spettatori muti” e per provare a comprendere le complessità e le emergenze del nostro tempo.

Cominciamo da scrittori migranti. L’origine della letteratura migrante in Italia, coincide con un evento drammatico: l’omicidio del giovane sudafricano Jarry Maslo, avvenuto a Villa Literno (Caserta) il 28/29 giugno 1989, episodio che ha ispirato un racconto scritto dall’autore franco-marocchino Tahar Ben Jelloun insieme al giornalista italiano Egisto Volterrani, intitolato “Villa Literno”, inserito in una raccolta intitolata “Dove lo stato non c’è. Racconti italiani”.

QueenLa letteratura della migrazione esordisce dunque con testi, spesso autobiografici, scritti in collaborazione con autori italiani per superare l’ostacolo della lingua, per poi diventare un genere letterario autonomo.
Sull’argomento è possibile consultare:
http://www.integrazionemigranti.gov.it/

Tra i primi volumi scritti da migranti in coppia con giornalisti italiani ricordiamo di Mario Fortunato e Salah MethnaniImmigrato” (1990), Oreste Pivetta e Pap Khouma con “Io, venditore di elefanti” (1990), Alessandro Micheletti e Saidou Moussa Ba in “La promessa di Hamadi” (1991). Pochi anni più tardi nasceranno anche riviste on line e case editrici specializzate.

Invitiamo a “sfogliare on-line” la bibliografia della Biblioteca Salaborsa di Bologna che propone interessanti piste di lettura sulla letteratura migrante, sull’emigrazione italiana (quando i migranti eravamo noi) e l’indicazione di numerose testimonianze e storie di vita.

Tra le nuove scrittrici segnaliamo Sumaya Abdel Qader che ha scritto “Porto il velo, adoro i Queen: nuove italiane crescono” (2008), e Igiaba Scego con “Oltre Babilonia” (2008).
E ancora ci sono autori italiani che raccontano le migrazioni: Eraldo Affinati ha scritto “La città dei ragazzi” e Fabio GedaNel mare ci sono i coccodrilli. Storia vera di Enaiatollah Akbari”.

Non possiamo dimenticare di dare uno sguardo a GRAPHIC NOVEL e FUMETTI

Joe SaccoGraphic novel e fumetti hanno più volte raccontato l’immigrazione. Il fumetto, grazie alla molteplicità di linguaggi che gli è propria, riesce a dare vita alle storie di immigrati e migranti spesso con occhio più profondo e sensibile rispetto ad altri media. “Raccontare queste storie è un modo per dare voce e un volto ai protagonisti dell’immigrazione di oggi e di ieri” (tratto dalla bibliografia ragionata di Graphic novel e fumetti pubblicata nell’articolo Nuvole migranti ).
Tra tanti titoli ricordiamo:
“Gli indesiderati” in Reportages, di Joe Sacco (Mondadori, 2012)
“Destinazione Freetown” (da Milano alla Sierra Leone, il racconto della “migrazione al contrario” di Khalid attraverso gli ospedali di Emergency), di Raul Pantaleo e Marta Gerardi (Beccogiallo, 2012)
“L’approdo” di Shaun Tan (Elliot, 2008)

E per ripensare alcune parole chiave di questo tempo, proponiamo di aprire un piccolo e intenso libro di Renzo Guolo, dal titolo “Identità e paura: gli italiani e l’immigrazione” e ancora di Enzo Bianchi “L’altro siamo noi“.

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