GIOCHI LETTERARI: FINISCILO TU! – INVENTA LA PUNTATA/11

scrivereSiamo all’UNDICESIMA puntata del racconto da continuare e inventare in modo autonomo. Per vedere la puntata precedente, clicca qui.
Per vedere le istruzioni del gioco vai alla prima puntata.

Natalino scoprì d’essere innamorato di lei il giorno stesso. Si misero a vivere insieme, e lui comprò apparecchi dei più moderni, teleobiettivi, attrezzature perfezionate, installò un laboratorio. Aveva anche dei dispositivi per poterla fotografare la notte mentre dormiva. Ines si svegliava sotto il flash, contrariata; Natalino continuava a scattare istantanee di lei che si districava dal sonno, di lei che si adirava con lui, di lei che cercava inutilmente di ritrovare il sonno affondando il viso nel cuscino, di lei che si riconciliava, di lei che riconosceva come atti d’amore queste violenze fotografiche.
Nel laboratorio d’Natalino pavesato di pellicole e provini Ines s’affacciava da tutti i fotogrammi, come nel reticolo d’un alveare s’affacciano migliaia d’api che sono sempre la medesima ape: Ines in tutti gli atteggiamenti gli scorci le fogge, Ines messa in posa o colta a sua insaputa, un’identità frantumata in un pulviscolo d’immagini.
– Ma cos’è quest’ossessione di Ines? Non puoi fotografare altro? – era la domanda che sentiva continuamente dagli amici, e anche da lei.
– Non si tratta semplicemente di Ines, – rispondeva. – È una questione di. metodo. Qualsiasi persona tu decida di fotografare, o qualsiasi cosa, devi continuare a fotografarla sempre, solo quella, a tutte le ore del giorno e della notte. La fotografia ha un senso solo se esaurisce tutte le immagini possibili.
Ma non diceva quello che soprattutto gli stava a cuore: cogliere Ines per la strada quando non sapeva d’essere vista da lui, tenerla sotto il tiro d’obiettivi nascosti, fotografarla non solo senza farsi vedere ma senza vederla, sorprenderla com’era in assenza gattonadel suo sguardo, di qualsiasi sguardo. Non che volesse scoprire qualcosa in particolare; non era un geloso nel senso corrente della parola. Era una Ines invisibile che voleva possedere, una Ines assolutamente sola, una Ines la cui presenza presupponesse l’assenza di lui e di tutti gli altri.
Si potesse definire o no gelosia, era insomma una passione difficile da sopportare. Presto Ines lo piantò.

ADESSO CONTINUA TU, OPPURE…
ARRIVEDERCI ALLA DODICESIMA PUNTATA!

VAI AL TESTO ORIGINALE

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

*