TUTTI I SAPORI DELLA COTOGNA – LETTUREDACASA 5.

Giovedì 30 aprile 2020 ore 17:00 GdL dell’Ora del tè su Skype

L’incontro del gruppo di lettura via Skype non è più una novità, ci stiamo abituando a questa forma distanziata di incontro perché la voglia di vedersi e parlare di libri sta spingendo anche le persone dubbiose a superare la poca dimestichezza con la tecnologia.

foto di Ilaria Rosso

Il libro di Paolo RumizLa cotogna di Istanbul” ha suscitato una riflessione molto intesa tra le partecipanti all’incontro di Giovedì 30 aprile del GdL dell’Ora del tè.
Il GdL è concorde nel dire che Rumiz incanta e, attraverso un racconto fatto di odori, profumi e sapori (ad esempio si prova un desiderio irresistibile di assaggiare il caffè turco), riesce a far innamorare il lettore di tutti i luoghi che fanno da sfondo alla narrazione: i Balcani, terra devastata dagli orrori della guerra; l’austera e asburgica Vienna, il Danubio, e ,infine, Sarajevo, la città che contiene tutte le altre, da Trieste fino a Istanbul. Rumiz è stato accostato per questo ai Trovatori medievali.

Maximilian von Altenberg, ingegnere austriaco, viene mandato a Sarajevo per un sopralluogo nell’inverno del ’97. Un amico gli presenta la misteriosa Masša Dizdarevic. Il giornalista-narratore triestino scrive:

“Cantò nella sua lingua la struggente / tristezza dei distacchi che i balcanici / adorano ogni tanto condividere / con chi accetta di bere assieme a loro. / C’era un lamento, spesso ripetuto, / nella canzone, ed era lo stesso / che lui aveva sentito anni prima / sotto le muraglie di Diyarbakir…”.

In una notte invernale a Sarajevo, con al neve che turbina nel vento, Masa “viso da tartara, femori lunghi e occhi come grani di uva nera” canta a Max una sevdalinka, un’antica canzone d’amore di quelle terre: “Zute dunje”, la gialla cotogna di Istanbul. La cotogna, secondo il gruppo, è una delle protagoniste indiscusse del libro (ha rievocato la potenza narrativa dei limoni di Montale).

Zute dunje

Fu l’amore fra due giovani
Per un mese per un anno,
quando chieser di sposarsi,
di sposarsi aman aman,
i nemici disser no.
S’ammalò Fatma la bella
Figlia unica di madre.
Per guarir mi porterai,
lei gli disse aman aman,
la cotogna d’Istanbùl.
La cotogna andò a cercare
fin nella città imperiale
ma tre anni lui sparì,
per tre anni aman aman,
per tre anni niente più.
Tornò alfine con la mela
Ma trovò il suo funerale.
Gridò a tutti di fermarsi:
vi darò tutto il mio oro
se baciare la potrò.

(trad. di Paolo Rumiz)

Il viaggio è indubbiamente uno dei temi del libro: quello compiuto dallo scrittore e quelli affrontati dai protagonisti della narrazione. Il viaggio è fonte di conoscenza di luoghi e culture, ma è anche un viaggio interiore. Nella bella Masa Dizdarevic si racchiude il mistero di quei luoghi

“Disse Masa: ‘Ancora qui si celebra / la vittoria del luogo sulle stirpi.”

Il racconto, che vuole evocare la narrazione orale, ha l’andamento della fiaba, anche se la storia è più che reale.
I toni sono struggenti e ne emerge una fascinazione potente che evoca nel lettore sentimenti molto forti (anche quelli più nascosti), tanto che nel gruppo alcune hanno detto di essere rimaste colpite nel profondo. Si rimpiange di non aver conosciuto i protagonisti del libro. Come Bohumil Hrabal (che si definisce trascrittore delle storie ascoltate in birreria) anche Rumiz trasferisce nel libro incontri e volti.

Dal gruppo è emerso un caldo invito ad ascoltare il testo, grazie all’audio libro o cercando i video realizzati dall’autore.

Amore e malinconia

L’amore-malinconia è al cuore del libro, viene espressa da due parole che vengono da contesti geografico culturali diversi che si intrecciano nella storia di uomini e donne: la Saudade (termine che viene dalla penisola iberica portato dagli ebrei fuggiti all’Inquisizione) e Sevdàlinka (termine turco che indica il fegato, la pancia).

Un altro grande tema è quello della memoria. La narrazione ha una forza tale che rende “immortali” i protagonisti della storia. L’ultimo capitol , secondo il parere del gruppo, è meno potente, ma indubbiamente porta forza questo tema.

Le lettrici del gruppo hanno notato che Rumiz riesce a raccontare le donne forti dei Balcani, senza nessuna romanticheria mette in luce le loro qualità e la loro determinazione.

Ci siamo trovate davanti anche ad un giallo “filologico” (non del tutto ancora risolto) notando che il testo di Rumiz dalle prime edizioni con caratteristiche più legate alla prosa, è diventato un testo squisitamente poetico. Preso atto della evoluzione, le nostre ricerche continuano…

Nota a margine: alla fine del libro l’autore ha posto una cronologia ed è stato notato che in un 16 gennaio Max e Masa si incontrano e proprio il 16 gennaio Max morirà.

L’incontro su Skype del gruppo di lettura dell’Ora del tè partecipa a Il Maggio dei libri

Un pensiero su “TUTTI I SAPORI DELLA COTOGNA – LETTUREDACASA 5.

  1. Mi ritrovo perfettamente con la relazione sulla discussione di giovedì 30 aprile a proposito del testo di P.Rumiz. La relazione è esaustiva e contiene anche le mie impressioni sul libro. L’incontro è stato molto produttivo e ha aggiunto altre considerazioni molto utili e pertinenti a quelle che io avevo esposto nel mio commento. Insomma un libro da leggere che arricchisce sia culturalmente che emotivamente.Grazie a tutti!

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