LE LETTURE CONDIVISE DI DICEMBRE – GRUPPI DI LETTURA UNO E DUE

Con il mese di dicembre cominceremo a discutere i primi due libri della cinquina scelta durante il Book Contest di ottobre. Giovedì 14 dicembre ci saranno sul tavolo due titoli molto interessanti: un libro ormai classico del premio Nobel José Saramago e una proposta tutta nuova dello scrittore Olivier Bourdeaut.

Per chi non ricordasse bene, o si fosse sintonizzato solo adesso, richiamiamo la cinquina votata dai lettori:

  1. Cecità” di Saramago
  2. Le nostre anime di notte” di Kent Haruf
  3. Aspettando Bojangles” di Olivier Bourdeaut
  4. L’arminuta” di Donatella Di Pietrantonio
  5. Il mistero del lago” di Nora Roberts

Appuntamento Giovedì 14 dicembre ore 17:00

Il Gruppo UNO discute “Cecità”

“Secondo me non siamo diventati ciechi, secondo me lo siamo, Ciechi che vedono, Ciechi che, pur vedendo, non vedono”
(la moglie del dottore – protagonista)

Cecità” – titolo originale “Ensaio sobre a Cegueira” (“Saggio sulla cecità”) – è un romanzo di José Saramago (premio Nobel per la letteratura nel 1998). In luogo e tempo imprecisati, un automobilista fermo al semaforo si accorge di essere diventato improvvisamente cieco. Anche il medico che lo visiterà verrà colpito da una “bianca cecità” che lo avvolgerà come fitta nebbia. Di giorno in giorno, in questo stato cadono anche altri cittadini del Paese. Per contenere l’epidemia, i ciechi vengono isolati e rinchiusi in un vecchio manicomio sotto la stretta sorveglianza dell’esercito. Questo l’inizio della storia che si dipana avvolgendo il lettore e conducendolo attraverso situazioni e riflessioni cui difficilmente potrà sottrarsi.

Che significato ha la parola “solidarietà” nella società contemporanea?

Dal romanzo di Saramago è stato tratto il film omonimo per la regia del brasiliano Fernando Meirelles e interpretato, tra gli altri, da Julianne Moore, Mark Ruffalo, Alice Braga e Gael García Bernal. Presentato al Festival Internazionale di Cannes nel 2008.

Il Gruppo DUE discute “Aspettando Bojangles”

Immaginate di essere un bambino e di avere un padre che non chiama mai vostra madre con lo stesso nome. Immaginate poi che a vostra madre quest’abitudine non dispiaccia affatto, poiché tutte le mattine, in cucina, tiene lo sguardo fisso e allegro su vostro padre in attesa del verdetto; e poi, felice, si volta verso lo specchio salutando la nuova Renée, o la nuova Joséphine, o la nuova Marylou…
Se riuscite ad immaginare tutto questo, potete mettere piede nel fantastico universo familiare descritto dal bambino in queste pagine.

La madre dell’io narrante di Aspettando Bojangles dello scrittore francese Olivier Bourdeaut (traduzione di Roberto Boi – Neri Pozza) è una donna inafferrabile, fuori da ogni convenzione. Ama ballare, bere cocktail, invitare a pranzo chiunque, leggere accarezzando la gru che chiama Damigella superflua. Suo marito l’adora e l’accontenta in tutto.

Il figlio cresce senza regole e a un certo punto anche senza scuola: la frequenta troppo saltuariamente e fa troppa fatica a mentire per essere credibile tra i suoi coetanei. I genitori gli insegnano un po’ di tutto a modo loro; quando vogliono minacciarlo, dicono se non fai il bravo accendo la televisione…

Un’infanzia molto speciale: intervista a Olivier Bourdeaut

E, mi raccomando, non dimenticate di ascoltare Mister Bojangles di Nina Simone.

Un pensiero su “LE LETTURE CONDIVISE DI DICEMBRE – GRUPPI DI LETTURA UNO E DUE

  1. Pomeriggio prenatalizio suggestivo al gruppo 2 di lettura. L’organizzazione, curata da Antonella e Ilaria, ci ha fatto ascoltare la canzone Mr. Bojangles cantata da Nina Simone, la stessa versione che, in qualche modo, ha ispirato Olivier Bourdeaut nello scrivere il suo ASPETTANDO BOJANGLES.
    Un testo surreale che con leggerezza ci presenta una coppia di pazzi – lei, con le sue iniziali stravaganze che degenerano nella schizofrenia e lui che, pazzo d’amore, la segue, oltraggiando ogni norma del vivere sociale – e il loro figlio coinvolto nelle stramberie dei genitori e a sua volta obbligato ad uscire da ogni regola e ad assistere/partecipare alla loro pazza vita.
    Un romanzo allegro e triste insieme che racconta una storia decisamente fuori dal comune, si può dire irreale, dove la verità sfuma nella fantasia e la ragione nella follia.
    Jérôme Garcin, che ne ha scritto per primo sull’Observateur, la definisce una prosa melodiosa, dove Olivier Bourdeaut fa sorridere le lacrime e piangere l’allegrezza.
    Ottima e partecipata la discussione nel gruppo, con pareri in maggioranza concordanti nell’apprezzamento del testo, ma anche, come è naturale, con stroncature definitive.

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